Perché esistono le associazioni di categoria?
Per promuovere, difendere e tutelare gli interessi di soggetti che hanno bisogni, problemi, esigenze comuni o che svolgono attività simili e vogliono agire nei confronti della politica e delle istituzioni in generale per ottenere dei vantaggi sia di tipo legislativo che economico per il loro associati e la categoria in generale.
Le associazioni degli industriali, dei commercianti, degli artigiani, si uniscono soprattutto per avere peso a livello politico e ottenere leggi e provvedimenti che favoriscano le loro imprese.
Ad esse si contrappongono le associazioni sindacali, che rappresentano e tutelano gli interessi dei lavoratori e negoziano (spesso duramente) con le associazioni degli imprenditori e cercano di avere altrettanto peso a livello politico per ottenere leggi e provvedimenti che favoriscano i loro iscritti.
Vi sono poi le associazioni dei consumatori, nate soprattutto per contrastare e denunciare quelli che ritengono essere soprusi, inganni, mistificazioni, prevaricazioni da parte delle imprese e della Pubblica Amministrazione a danno dei privati cittadini.
Ogni associazione mira a portare il massimo vantaggio ai propri membri.
Non c’è nulla di male in tutto ciò anzi, è nella normale logica delle cose.
Ciò che invece non va bene è quando, all’interno della stessa associazione, una parte maggioritaria (che può essere una categoria, un gruppo, una corrente) prevale su un’altra parte minoritaria e finisce per prevaricarla.
Anche noi siamo stati soci delle associazioni (storiche) degli artigiani, ed eravamo parte di quella minoranza.
Alcuni di noi sono perfino stati rappresentanti di quelle associazioni a livello nazionale e territoriale.
Ma, dopo molti anni di “militanza”, ne siamo usciti profondamente delusi e arrabbiati.
Alla fine, chi dovrebbe decidere e agire non fa nulla per non scontentare nessuno e, se proprio è obbligato a farlo, si preoccupa sempre di accontentare quei soci che rappresentano la maggioranza, cioè le autofficine.
Ce ne siamo andati via molto arrabbiati per le conseguenze nefaste causate da questo modo di agire di parte, durato oltre due decenni e che, oggi, sono davanti agli occhi di tutti.
Dal 1997, anno in cui la revisione periodica è stata affidata dallo Stato ai privati, i centri di revisione sono cresciuti in modo esponenziale, arrivando a un livello che è ben oltre il fisiologico, diventando addirittura patologico.
Troppi centri in un mercato limitato (le revisioni sono determinate dal numero di veicoli che ogni anno devono fare i controlli e non possono aumentare per magia) hanno significato la comparsa di una concorrenza sempre più improvvisata, incompetente, scorretta e opportunista, disposta a tutto per accaparrarsi una fetta di mercato che diventa ogni giorno sempre più piccola.
Da decenni assistiamo impotenti a un progressivo e crescente degrado deontologico e professionale degli operatori che ha generato un’involuzione del senso morale e civico dell’utenza, già maldisposta nei confronti della revisione periodica, vista dai più come una tassa ulteriore e una pratica inutile, da sbrigare nel minor tempo possibile, al minor prezzo possibile e con l’esito positivo scontato, qualunque siano le reali condizioni dei veicoli controllati.
Abbiamo partecipato a centinaia di riunioni e convegni in cui abbiamo affrontato infinite discussioni sul deterioramento del nostro settore, spesso culminate in scontri, liti e arrabbiature.
Abbiamo sentito fiumi di parole altisonanti e roboanti e ricevuto mille promesse, mai mantenute.
Alla fine, abbiamo capito che la nostra voce sarebbe restata sempre inascoltata perché a nessuno importa veramente di trovare una soluzione per cambiare questo stato di cose.
Alla fine, ce ne siamo andati e abbiamo fondato Asso.Car® – A.N.C.C.
In un’altra sezione del sito ti spieghiamo quali sono i nostri obiettivi e cosa vogliamo fare per raggiungerli, qui ti raccontiamo cosa ci accomuna.
Siamo obbligati a competere con un handicap perché siamo Centri di Controllo
Tutti noi condividiamo lo stesso problema:
non solo facciamo impresa in uno dei mercati più atipici, più differenti e più difficili che ci siano in Italia, ma lo facciamo con un handicap in più.
Noi competiamo in un mercato iper-regolamentato dallo Stato e dove l’espressione “libera concorrenza” è un qualcosa che in troppi interpretano come “liberi di fare ciò che ci pare”.
Considera solo questi quattro punti e avrai chiaro le differenza tra un’impresa normale e le nostre:
- In libera concorrenza ogni imprenditore ha la possibilità di scegliere il mercato a cui vendere; decidere quando e come vendere; decidere in quali locali operare e di quali attrezzature e strumenti dotarsi, in base alle proprie reali necessità o capacità produttive, economiche e finanziarie; decidere, infine, chi assumere, in base ai propri standard e ai carichi di lavoro.Noi invece, dobbiamo servire chiunque ci richieda la revisione (perché è un pubblico servizio); dobbiamo rispettare precisi requisiti in termini di locali e acquistare attrezzature specifiche stabilite da qualcun altro; dobbiamo assumere e impiegare, per l’attività di revisione, solo personale qualificato e abilitato; dobbiamo rispettare giorni e orari di servizio, previamente comunicati a MCTC e informare prontamente la Pubblica Amministrazione di eventuali cambiamenti, pena sanzioni che possono arrivare alla revoca dell’autorizzazione.
- In libera concorrenza ogni imprenditore ha la possibilità di differenziare i suoi prodotti e i servizi.Noi invece, eroghiamo un servizio stabilito dettagliatamente da un protocollo ministeriale e non possiamo derogare da esso, né in più, né in meno.
- In libera concorrenza ogni imprenditore ha la possibilità di fissare i suoi prezzi, in base ai suoi costi, i suoi beni e servizi, e alle sue politiche di marketing.
- Noi invece, vendiamo il nostro lavoro a un prezzo deciso dallo Stato, attraverso una tariffa amministrata che è ferma dal 2007 (e che era entrata in vigore tre anni dopo la sua approvazione nel lontano ottobre 2004) e anche se i nostri costi aumentano anno dopo anno, la tariffa resta sempre la stessa, in attesa che qualcuno, impietosito, si decida ad aumentarla.
- In libera concorrenza ogni imprenditore ha la possibilità di fare la comunicazione che preferisce, decidendo cosa dire.Noi invece, anche per mandare una semplice lettera di scadenza revisione dobbiamo stare attenti alle rigide regole del Garante della Privacy ed evitare qualsiasi messaggio che possa venire scambiato per pubblicità.
Sia chiaro, nessuno ci ha puntato una pistola alla tempia e ci ha obbligato a fare impresa nel mercato della revisione veicoli: lo abbiamo scelto noi, in totale libertà e sulla base di una nostra decisione imprenditoriale.
Certo, anche per le officine con una linea di revisione lo Stato prevede le stesse regole ma, come detto prima, noi corriamo con un handicap competitivo in più.
Un handicap competitivo che non sta scritto in nessuna norma, protocollo o regolamento, un handicap competitivo che non è imposto da nessuno ma che di fatto esiste e per noi è una minaccia costante, un handicap competitivo che ci portiamo sulle spalle solamente perché noi abbiamo scelto di essere dei Centri di Controllo e non dei semplici centri di revisione.
- La distinzione tra Centro di Controllo e centro di revisione è fondamentale per i nostri soci e per chi desidera diventarlo ed è il motivo per cui è nata Asso.Car® – A.N.C.C. Se vuoi diventare un socio Asso.Car®, è indispensabile che questa distinzione sia chiara anche a te e che tu ti ci riconosca.
Un Centro di Controllo si occupa solo ed esclusivamente di revisioni veicoli, senza effettuare alcuna attività di autoriparazione di sorta. In gergo viene definito “Centro puro”.
Le nostre imprese rispettano tutti i requisiti previsti dall’Art.239 del D.P.R. n. 495, sia in termini di attività di autoriparazione iscritte all’albo secondo la Legge 122, sia in termini delle dimensioni dei locali indicate nell’art.80 comma 8 del C.d.S.; siano esse imprese singole o consorzi.
Queste attività sono tutte ben separate dal Centro di Controllo, non solo fisicamente in altri locali, ma anche giuridicamente sotto un’altra ragione sociale.
Il reddito e il profitto di un Centro di Controllo derivano solo dall’attività di revisione e i nostri bilanci non presentano altri ricavi e altri costi se non quelli strettamente legati alla revisione veicoli.
Tutte le revisioni sono registrate presso il CED di MCTC a Roma e, pertanto, sono tracciate e tracciabili e il nostro fatturato è interamente reale, documentato e documentabile.
I nostri utili o le nostre perdite sono reali al 100%: se c’è un utile, paghiamo le tasse sino all’ultimo centesimo; se c’è una perdita la dobbiamo ripianare con le riserve o riducendo il capitale sociale o immettendo nuovo capitale.
Le nostre imprese rispettano tutto quanto previsto in tema di attrezzature dall’Art. 241 appendice X del D.P.R. n. 495, che alla lettera h) stabilisce che “il ponte sollevatore e l’ambiente in cui è installato devono poter garantire un’altezza di sollevamento pari ad 1,8 m per veicoli di massa pari almeno a 3500 kg” e alla lettera i)“in luogo del ponte sollevatore possono essere utilizzate fosse d’ispezione”.
Il che significa che abbiamo investito centinaia di migliaia di euro in grandi capannoni artigianali – per essere a norma con le altezze e le superfici – che impattano fortemente sui nostri bilanci.
Le nostre imprese rispettano tutti i requisiti previsti dall’Art. 240 del D.P.R. n. 495 e, come prescritto dal comma 2, i nostri Responsabili Tecnici presenziano e certificano personalmente tutte le fasi delle operazioni di revisione che si riferiscono alla loro responsabilità.
Ogni anno investiamo migliaia di euro in personale qualificato – a cui garantiamo stipendi tra i più elevati del mercato e formazione continua – per assicurare ai nostri clienti controlli altamente professionali e giudizi competenti, così come prevede l’Art.80 del Codice della Strada.
Un centro di revisione è un’attività collegata a un’officina di riparazione e le revisioni vengono fatte per creare traffico d’officina e generare fatturato dalla vendita di manodopera e ricambi. In gergo viene definito “Centro misto”.
L’autofficina, o il centro gomme o la carrozzeria sono quasi sempre l’attività principale mentre la revisione veicoli è quella secondaria. Di solito officina e centro di revisione sono all’interno degli stessi locali e sotto la stessa ragione sociale. Non sempre l’officina esercita effettivamente tutte le attività previste dall’articolo 1, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 122.
Anche il reddito e il profitto dei centri di revisione derivano solo dall’attività di revisione ma finiscono nel bilancio dell’officina, mischiandosi con altri ricavi e altri costi legati ad altre attività e non sono più quantificabili, grazie ai travasi contabili.
Se il centro di revisione ha registrato una perdita, i ricavi dell’officina la assorbono, evitando la necessità di ripianarla e riducendo la tassazione.
Se il centro di revisione ha prodotto un utile questo, assieme al fatturato, permette all’officina di rientrare più facilmente nei parametri degli studi di settore, in termini di congruità e coerenza.
Anche chi ha un centro di revisione dovrebbe avere locali con le dimensioni a norma ma, il più delle volte non è così: grazie a libere interpretazioni dell’Art. 239, comma 3, lettera a) e dell’Art.241 appendice X da parte di chi concede il nulla osta, la linea di revisione finisce piazzata dove c’è spazio, all’interno di un’officina di 120m2 e con altezze inferiori a 5,30m.
Non importa se poi le revisioni sono da invalidare perché il prova giochi e la prova fonometrica non possono venire svolte correttamente. Non importa se l’autorizzazione dovrebbe venire revocata per mancanza di requisiti dei locali.
Anche chi ha un centro di revisione dovrebbe avere personale abilitato al ruolo di Responsabile Tecnico (oggi Ispettore) ma, spesso, sulla linea ci manda il ragazzino ultimo arrivato, l’apprendista a cui è stato spiegato come pigiare dei tasti e leggere dei numeri sullo schermo del PC Stazione, perché i meccanici qualificati per le revisioni devono stare in officina a riparare auto, dove i ricavi sono maggiori.
Anche chi ha un centro di revisione dovrebbe rispettare il protocollo MCTCNet2 ma, spesso, per incompetenza del Responsabile Tecnico, ignoranza delle procedure e delle normative o per semplice malafede del titolare, interessato a un facile guadagno e a non scontentare i clienti, i controlli non vengono effettuati come previsto, specie quelli visivi.
Anche chi ha un centro di revisione dovrebbe far pagare interamente la tariffa ministeriale ma, sempre più spesso, per attirare i clienti, sceglie di regalare buoni carburante – arrivati in casi documentati anche a 30€ – scontando così di fatto il prezzo fissato dallo Stato che cerca poi di recuperare con le riparazioni d’officina.
Adesso ti è più chiaro perché è nata Asso.Car® – A.N.C.C.?
È più che evidente che tutto questo stato di cose rappresenta un vantaggio iniquo e ingiusto – benché legale – a favore dei centri misti e un handicap competitivo a danno dei Centri Puri.
Asso.Car® è nata per rappresentare esclusivamente gli interessi dei Centri di Controllo e per avere un peso a livello politico che ci consenta di ottenere leggi e provvedimenti che tutelino i Centri di Controllo, eliminino quei vantaggi iniqui e ingiusti di cui oggi beneficiano i centri di revisione e cancellino una volta per sempre l’handicap competitivo di cui soffriamo noi tutti, riequilibrando così il mercato.
C’è già chi vuole boicottare il cambiamento. Tu, da che parte stai?
Abbiamo di fronte a noi un’occasione unica e irripetibile per cambiare questo stato di cose, ma dobbiamo unirci nel maggior numero possibile, il prima possibile, perché c’è già chi si sta muovendo sul fronte opposto per vanificare questa opportunità e mantenere lo status quo a tutto vantaggio degli autoriparatori (pur continuando ad affermare di agire nell’interesse di chi fa revisioni).
L’occasione di cui parliamo è quella offertaci dalla Direttiva 2014/45/UE e dal DM 214 19.05.2017, che hanno aperto uno spiraglio per un cambiamento radicale della situazione.
- Con l’introduzione del concetto di Centro di Controllo,
- con la classificazione delle carenze in lievi, gravi e pericolose,
- con la prescrizione del rilascio di un Certificato di Controllo,
- con la definizione del ruolo, delle competenze minime e della formazione degli Ispettori
ma, soprattutto,
- con la chiara statuizione che “al momento di effettuare un controllo tecnico, l’ispettore deve essere esente da conflitti di interesse, in modo da assicurare che sia mantenuto un elevato livello di imparzialità e obiettività.”,
vengono poste le fondamenta per una revisione veicoli ben diversa dall’attuale: più completa, più professionale, più etica, più equa e, soprattutto, finalmente onesta.
Se anche tu vuoi che tutto ciò accada, associati ad Asso.Car® – A.N.C.C.
I decreti attuativi sono la chiave perché tutto ciò avvenga davvero ed è per questo che fanno così paura alle vecchie associazioni di categoria degli autoriparatori, che si stanno muovendo a tutti i livelli, facendo pressione su MCTC e Ministero dei Trasporti affinché vengano prodotti dei decreti attuativi che annullino gli effetti rivoluzionari della Direttiva 2014/45/UE, stravolgendone i contenuti.
Se anche tu NON vuoi che tutto ciò accada, associati ad Asso.Car® – A.N.C.C.